Vicende, personaggi e luoghi che hanno fatto la storia del nostro territorio
Fondazione Artea immagina un patrimonio culturale sempre più accessibile, inclusivo e in dialogo con la vita delle persone, non solo per facilitarne la salvaguardia e la trasmissione alle generazioni future, ma per renderlo vivo e attuale.
In un momento storico in cui si parla molto di “pubblici di prossimità”, alimentare il rapporto con il territorio significa ripensare alla prossimità non solo in termini di vicinanza fisica, ma anche e soprattutto in termini di senso di appartenenza ai luoghi e di legami culturali identitari.
Storie nella Storia intende raccontare e valorizzare vicende, personaggi e luoghi che hanno fatto la storia del territorio attraverso una docu-serie che vi accompagnerà alla scoperta, o ri-scoperta, dell’incredibile patrimonio culturale, materiale e immateriale, che ci circonda. Ogni puntata entrerà a far parte di questo archivio digitale, un contenitore di memorie avvalorate da percorsi di ricerca scientifica e pubblicazioni di documenti inediti.
Con il contributo di storici ed esperti, Livio Partiti vi guiderà nella Storia, tra passato e presente, rivelando particolari inediti e scenari inattesi. Buon viaggio!
LA PESTE A SAVIGLIANO NEL 1630
Storia di un morbo contagioso
L’emergenza coronavirus Covid19 ha riportato agli onori delle cronache paure antiche. Di fronte al rischio contagio anche una società evoluta come la nostra ha gettato la maschera: paura “dell’altro”, teorie complottistiche, sfiducia nella scienza, rimedi casalinghi. La prima puntata di “Storie nella Storia” è dedicata all’epidemia di peste che sconvolse Savigliano nel 1630. Come se la cavarono i Saviglianesi alle prese con il morbo contagioso? Scopriamolo insieme a Silvia Olivero, direttrice dell’Archivio Storico della Città.
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L’emergenza coronavirus Covid19 ha riportato agli onori delle cronache paure antiche. Di fronte al rischio contagio anche una società evoluta come la nostra ha gettato la maschera: paura “dell’altro”, teorie complottistiche, sfiducia nella scienza, rimedi casalinghi. La prima puntata di “Storie nella Storia” è dedicata all’epidemia di peste che sconvolse Savigliano, come gran parte del Nord Italia, nel 1630. L’intento sarà quello di capire come se la cavarono i Saviglianesi alle prese con il morbo contagioso. Erano tempi in cui non c’erano reparti di malattie infettive, ma lazzaretti attrezzati alla bene e meglio; farmaci ben pochi, per cui avanti con le sanguisughe; niente igienizzanti, ma intrugli odorosi fai da te e un misterioso olio, fatto arrivare appositamente da Milano.
Scopriamolo insieme a Silvia Olivero, direttrice dell’Archivio Storico/Centro della Memoria della Città di Savigliano.
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Silvia Olivero
Di origini valmairesi, laureata in storia medievale presso l’Università di Torino e diplomata archivista presso la scuola dell’Archivio di Stato di Torino, dal 1998 è la direttrice dell’Archivio Storico della Città di Savigliano. Si occupa di conservazione e di valorizzazione del materiale archivistico, tramite la realizzazione di eventi espositivi, laboratori didattici, studi e pubblicazioni. Nel corso degli ultimi anni ha curato progetti di recupero della memoria orale cittadina che hanno dato vita a un Centro della Memoria, valorizzato tramite due allestimenti permanenti e un portale dedicato (www.centrodellamemoriasavigliano.it).
Livio Partiti
Si è occupato per anni di radiofonia, curando molti programmi. Doppiatore e voce di campagne pubblicitarie con diverse partecipazioni a produzioni teatrali. Si occupa di comunicazione in un’azienda di moda per la quale crea numerose campagne stampa. Autore del programma Il posto delle parole, ormai diventato un punto di riferimento nel panorama culturale radiofonico, vede molte partecipazioni a presentazioni e festival letterari. Da alcuni anni, il programma è presente anche in rete (www.ilpostodelleparole.it) con interviste dedicate alle varie culture di libri, di arte ma, soprattutto, di sguardi sul mondo.
LA PESTE A SAVIGLIANO NEL 1630. Storia di un morbo contagioso
con
Silvia Olivero e Livio Partiti
Regia
Fabio Gianotti
Realizzazione
PRIMLAB, Cuneo
Grafica e animazione
TipolitoEuropa, Cuneo
Ringraziamenti
COMUNE DI SAVIGLIANO
Giulio Ambroggio, Sindaco
Petra Senesi, Assessore alla Cultura
Lodovico Buscatti, Responsabile Servizi Culturali
LUIGI MALLÉ
Un “doganiere” al confine delle arti
Chi era Luigi Mallé e perché c’è un museo a Dronero che porta il suo nome? Non ha lasciato eredi ma solo documenti d’archivio, qualche testimonianza e soprattutto la notevole collezione d’arte conservata nella casa di famiglia. Clelia Arnaldi di Balme e Ivana Mulatero insieme a Livio Partiti ne tratteggiano il profilo, inedito, con numerosi aneddoti sulla vita e l’opera di colui che è stato collezionista, poi direttore dei musei civici torinesi e anche mecenate per la Valle Maira.
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Chi era Luigi Mallé e perché c’è un museo a Dronero che porta il suo nome? Non ha lasciato eredi ma solo documenti d’archivio, qualche testimonianza e soprattutto la notevole collezione d’arte conservata nella casa di famiglia. L’ampia raccolta e la caratteristica abitazione, entrambe donate al Comune di Dronero, sono il set ideale per soddisfare le curiosità su un personaggio a cui lo studio delle arti, soprattutto piemontesi, deve molto. Nel corso del video documentario, Clelia Arnaldi di Balme e Ivana Mulatero insieme a Livio Partiti ne tratteggiano il profilo, inedito, con numerosi aneddoti sulla vita e l’opera di colui che è stato collezionista, poi direttore dei musei civici torinesi e anche mecenate per la Valle Maira.
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Clelia Arnaldi di Balme
Laureata a Torino nel 1989 con Andreina Griseri e specializzata a Siena con una tesi sulla pittura di fine Cinquecento in Piemonte. Nel 1991 ha cominciato a collaborare con le Soprintendenze per la catalogazione nelle residenze sabaude. Ha partecipato ai lavori di riallestimento della Galleria Sabauda (1991 – 2004) e dal 2004 è conservatore per le raccolte di arte barocca a Palazzo Madama, dove segue le collezioni, le mostre e l’attività scientifica. Ha scritto saggi sul collezionismo di corte fra Cinque e Settecento e curato mostre come Feste barocche. Cerimonie e spettacoli alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento, Palazzo Madama 2009; Da Poussin agli impressionisti. Pittura francese dall’Ermitage, Palazzo Madama 2015; Rois et mécènes. La cour de Savoie et les formes du rococo, Chambéry, 2015 e Madame Reali. Cultura e potere da Parigi a Torino. Cristina di Francia e Giovanna Battista di Savoia Nemours (1619 – 1724), Palazzo Madama 2018.
Ivana Mulatero
Curatrice del Museo Civico Luigi Mallé di Dronero, si occupa del programma espositivo della Fondazione Peano di Cuneo per la quale cura la rassegna annuale (dal 2013) dedicata ai carnet de voyage dal titolo CuneoVualà. Già vicedirettrice del MACC (Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta, CI, 2014-2017) e curatrice presso il PAV (Parco Arte Vivente di Torino, 2006-2008), ideatrice di progetti culturali quali: Nursery Crime (2000) al Williamsburg Art & Historical Center di New York; la sezione arte contemporanea Nunacarte (2006) della mostra Inuit e Popoli del ghiaccio presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; la retrospettiva dedicata alla pittrice inglese Jessie Boswell (2009) presso la Sala Bolaffi; la mostra Carte fiorite presso la Galleria Civica di Monza (2016). È giornalista pubblicista iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ed è consigliere di ICOM Piemonte e Valle d’Aosta (International Council of Museum).
Livio Partiti
Si è occupato per anni di radiofonia, curando molti programmi. Doppiatore e voce di campagne pubblicitarie con diverse partecipazioni a produzioni teatrali. Si occupa di comunicazione in un’azienda di moda per la quale crea numerose campagne stampa. Autore del programma Il posto delle parole, ormai diventato un punto di riferimento nel panorama culturale radiofonico, vede molte partecipazioni a presentazioni e festival letterari. Da alcuni anni, il programma è presente anche in rete (www.ilpostodelleparole.it) con interviste dedicate alle varie culture di libri, di arte ma, soprattutto, di sguardi sul mondo.
LUIGI MALLÉ. Un “doganiere” al confine delle arti
Con
Clelia Arnaldi di Balme, Ivana Mulatero e Livio Partiti
Regia
Fabio Gianotti
Realizzazione
PRIMLAB, Cuneo
Grafica e animazione
TipolitoEuropa, Cuneo
Ringraziamenti:
COMUNE DI DRONERO
Livio Acchiardi, Sindaco
Alessandro Agnese, Vice sindaco
FONDAZIONE TORINO MUSEI
Maurizio Cibrario, Presidente
Elisabetta Rattalino, Segretario Generale
Riccardo Passoni, Direttore GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Virginia Bertone, Conservatore Capo GAM e Responsabile Direttivo Biblioteca d’Arte e Archivio Fotografico
Stefano Musso, Biblioteca d’Arte
Franco Stella, Biblioteca d’Arte – Archivio dei Musei Civici
Barbara Nepote, Archivio fotografico
Mary Granata, Archivio fotografico
Donatella Acconci, Paola Costamagna, Cristiano Mandrile
Il Museo Civico Luigi Mallé è gestito da Espaci Occitan
I CASTELLI DI LAGNASCO
Un gioiello del Manierismo saluzzese
Cosa sarebbe stato il Marchesato di Saluzzo senza quella ininterrotta cerniera difensiva che erano i suoi castelli? Arrivando dalla pianura li incontriamo sulle colline e all’imbocco delle valli, a testimonianza della ricchezza e del potere di chi li abitava. Silvia Cavallero e Pino Carità, con Livio Partiti, ci guidano alla scoperta dei Castelli di Lagnasco attraverso un percorso nell’arte, nell’architettura e nella storia di una famiglia che raggiunse la massima scena politica e sociale, italiana ed europea, del tempo: i Marchesi Tapparelli d’Azeglio.
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Cosa sarebbe stato il Marchesato di Saluzzo senza quella ininterrotta cerniera difensiva che erano i castelli? Chiunque arrivi dalla pianura, ancora oggi, li incontra sulle colline e all’imbocco delle valli con la loro mole importante, testimonianza della ricchezza e del potere di chi li abitava. I Castelli dei Marchesi Tapparelli D’Azeglio di Lagnasco, un complesso che ingloba tre diversi edifici nati sul finire dell’XI secolo e sviluppatisi fino al XVIII, videro il periodo di maggior rinnovamento architettonico ed artistico a metà Cinquecento, grazie al volere di Benedetto I Tapparelli, figura eclettica e raffinata. Sul finire del XIX secolo, Emanuele D’Azeglio Tapparelli, ultimo discendente dell’illustre famiglia, riportò sotto il suo controllo l’intero complesso e, alla sua morte, avvenuta nel 1890, i Castelli e le terre vennero messi a disposizione della comunità, rispettando il volere di un uomo, nobile di spirito oltre che di rango. Silvia Cavallero e Pino Carità, insieme a Livio Partiti, ci guidano in un percorso nell’arte, nell’architettura e nella storia di una famiglia che raggiunse la massima scena politica e sociale, italiana ed europea, del tempo.
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Silvia Cavallero
Nata a Torino, dopo il Diploma di maturità classica al Liceo Bodoni di Saluzzo, si laurea in Storia romana, presso l’Università di Torino. I corsi post lauream sono legati all’ambito dei Beni culturali con il Diploma in Archivistica, Paleografia e Diplomatica e i diplomi in Didattica Museale e Didattica a distanza. Ha lavorato presso Enti pubblici per il riordino di archivi antichi e presso il FAI per lo sviluppo di proposte culturali e didattiche. Di ruolo presso il Ministero dell’Istruzione ha insegnato alcuni anni, ma a partire dal 2009 riceve l’incarico di Property Manager presso il Castello della Manta (Bene dal FAI) e dal 2018, è Area Manager FAI Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta con responsabilità sul fronte di sviluppo e gestione dei BENI FAI in queste Regioni. Nel caso del Castello della Manta, di Casa Carbone a Lavagna e della Barberia di Genova, la responsabilità è diretta. Nel caso del Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), della Collezione Enrico a Magnano (BI), dell’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE), del Podere Case Lovara a Levanto (SP), di Villa Rezzola a Lerici (SP), la responsabilità è legata al lavoro congiunto con i responsabili in loco ed i colleghi.
Giuseppe (Pino) Carità
Architetto, si occupa prevalentemente di restauro architettonico e recupero di edifici storici e di edilizia abitativa. In qualità di consulente si è occupato di coordinare i lavori di recupero del borgo di Pollenzo. Quale storico dell’architettura ha privilegiato la ricerca storica vista come strumento conoscitivo primario per lo studio degli interventi conservativi. La sua attività in questo campo ha riguardato: l’architettura religiosa medievale e rinascimentale (romanico e gotico in Piemonte, il duomo di Torino) e l’architettura castellana e militare (i Castelli di Fossano, Lagnasco, la Manta, Vinovo, Scarnafigi, Beinette, Piossasco, il palazzo dei Cavassa e il Castello di Saluzzo, le mura rinascimentali di Cuneo e Fossano ed il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane per l’impianto cinquecentesco della Rocca di Montalera di Braccio Baglioni, sul Trasimeno). Gli interessi storici si sono talvolta estesi ai revival ottocenteschi (tra cui Pollenzo e Villa Doria-Lamba di Pinerolo) e all’archeologia industriale (canali e infrastrutturazione del territorio, la FIAT-Lingotto di Torino).
Livio Partiti
Si è occupato per anni di radiofonia, curando molti programmi. Doppiatore e voce di campagne pubblicitarie con diverse partecipazioni a produzioni teatrali. Si occupa di comunicazione in un’azienda di moda per la quale crea numerose campagne stampa. Autore del programma Il posto delle parole, ormai diventato un punto di riferimento nel panorama culturale radiofonico, vede molte partecipazioni a presentazioni e festival letterari. Da alcuni anni, il programma è presente anche in rete (www.ilpostodelleparole.it) con interviste dedicate alle varie culture di libri, di arte ma, soprattutto, di sguardi sul mondo.
I CASTELLI DI LAGNASCO. Un gioiello del Manierismo saluzzese
Con
Silvia Cavallero, Pino Carità e Livio Partiti
Regia
Fabio Gianotti
Realizzazione
PRIMLAB, Cuneo
Grafica e animazione
TipolitoEuropa, Cuneo
Ringraziamenti:
COMUNE DI LAGNASCO
Roberto Dalmazzo, Sindaco
Sebastiano Gerbaudo, Consigliere con delega ai Castelli