Fondazione Artea opera nel territorio della Regione Piemonte e in particolare nella provincia di Cuneo.
A definire il carattere identitario del territorio cuneese contribuisce un ricco patrimonio storico, artistico, architettonico e paesaggistico, testimonianza di un fermento culturale di frontiera, sintesi di influenze locali ed europee.
Fondazione Artea è al servizio del e per il territorio con l’obiettivo primario di mettere a valore il patrimonio culturale, materiale e immateriale, di cui la provincia di Cuneo è ricca. In questo percorso è partita dall’ascolto delle istanze locali per cercare di sviluppare progettualità nuove e di promuovere e coordinare quelle esistenti, favorendo l’adozione di scelte strategiche capaci di valorizzare il patrimonio nell’ottica di uno sviluppo sociale ed economico.
Nell’area della provincia di Cuneo, la Regione Piemonte ha individuato alcuni “beni faro” che per valore e prestigio culturale costituiscono gli assi prioritari di intervento della Fondazione Artea: il Forte Albertino di Vinadio, il Filatoio di Caraglio, il Castello del Roccolo di Busca e i Castelli Tapparelli d’Azeglio di Lagnasco.
Cuneo
VAI AL TERRITORIOSaluzzo
VAI AL TERRITORIOMondovì
VAI AL TERRITORIOFossano
VAI AL TERRITORIOSavigliano
VAI AL TERRITORIOCastello e Parco del Roccolo – Busca [bene faro]
VAI AL TERRITORIOIl Filatoio – Caraglio [bene faro]
VAI AL TERRITORIOForte Albertino – Vinadio [bene faro]
VAI AL TERRITORIODronero e Unione Montana della Valle Maira
VAI AL TERRITORIOUnione Montana della Valle Stura
VAI AL TERRITORIOUnione Montana della Valle Varaita
VAI AL TERRITORIOUnione Montana della Valle Grana
VAI AL TERRITORIOCastelli Tapparelli D'Azeglio - Lagnasco [bene faro]
VAI AL TERRITORIOCuneo
Capitale verde del Piemonte, immersa in un parco naturale di oltre 4.000 ettari tra le Alpi Marittime e le Alpi Cozie, Cuneo prende il nome dall’altopiano a forma triangolare sul quale si erge, alla confluenza del torrente Gesso con il fiume Stura. Fondata nel 1198 conserva ancora oggi l’impianto urbanistico di città militare, un tempo fortezza, e testimonianze e tesori del suo passato nelle vie del centro storico. Sono un esempio le chiese di Santa Chiara e Santa Croce, Contrada Mondovì con la sinagoga dell’ex ghetto ebraico, il Teatro Toselli, il Duomo, il palazzo del Municipio e la Torre civica, le case della vecchia nobiltà e i palazzi medioevali con il complesso monumentale dell’ex chiesa e convento di San Francesco, sede del Museo Civico e delle sue collezioni archeologiche ed etnografiche. Cuneo è poi la città dei sette assedi, ma anche la città “salotto” con i suoi portici e l’elegante piazza Galimberti dedicata al valoroso partigiano piemontese eroe italiano della Resistenza, la cui residenza, al secondo piano di Palazzo Osasco, è diventata Museo Casa Galimberti.
Saluzzo
Saluzzo, antica capitale del Marchesato, è immersa tra le colline del Parco Naturale del Monviso. Percorrendo le strette vie acciottolate del centro storico si incontrano autentici capolavori come la Castiglia, antica dimora dei Marchesi ora Museo della Memoria Carceraria e Museo della Civiltà Cavalleresca, nonché sede dell’Archivio Storico, della Collezione di arte contemporanea IGAV e di spazi per mostre temporanee, e poi villa Radicati, l’Antico Palazzo Comunale sede della pinacoteca Matteo Olivero, figura di spicco del divisionismo italiano, la Torre Civica, la Chiesa di San Giovanni, il museo civico Casa Cavassa, antica dimora di Ludovico II e in seguito della famiglia Cavassa, vicari generali del marchese di Saluzzo, Casa Pellico, casa-museo dedicata allo scrittore e patriota italiano che qui nacque nel 1789 e trascorse i primi anni d’infanzia, il Duomo, l’antico Monastero dell’Annunziata, sede della Scuola di Alto Perfezionamento Musicale. Nella “città della musica” si organizza ogni anno la rassegna concertistica Marchesato Opera Festival e Occit’Amo, Festival delle Terre del Monviso e delle Valli Occitane in cui la musica popolare, etnica e tradizionale si incontra con il fascino dei tesori d’arte disseminati sul territorio.
Mondovì
Affacciata sulle Alpi Marittime e le Langhe, Mondovì è una città ricca di storia, di arte e di studi. La parte alta della città, raggiungibile con la funicolare progettata da Giorgetto Giugiaro, è raccolta su un colle tra mura medievali e domina i rioni sottostanti. La storia di Mondovì passa da Piazza Maggiore, centro dell’antica Mons Regalis, simmetrica con i suoi portici soprani e sottani, circondata da testimonianze che vanno dal medioevo al barocco: la Casa dei Bressano, la chiesa di San Francesco Saverio, detta “La Missione” con le decorazioni pittoriche prospettiche di Andrea Pozzo, il Palazzo di Città, il Palazzo del Governatore e il Duomo di San Donato progettato da Francesco Gallo. Sempre sulla piazza si trova il Museo della Ceramica Vecchia Mondovì, un museo multimediale di ultima concezione ospitato nelle sale del Palazzo Fauzone di Germagnano; poco lontano, il Museo Civico della Stampa, la più completa raccolta pubblica di macchine ed attrezzature per la stampa esistente oggi in Italia e l’antico palazzo del Vescovado, prestigiosa sede universitaria dal 1556 al 1700.
Fossano
Posizionata su una collina adiacente al fiume Stura, Fossano è situata al centro della provincia di Cuneo. Via Roma è l’arteria principale del centro storico, caratterizzata da portici e eleganti edifici, come il palazzo del Comune e del Comandante. Su di essa si affacciano la Cattedrale, ricostruita in forma rinascimentale nella seconda metà del settecento su progetto del Quarini e la torre campanaria, l’unica struttura architettonica che si conserva dell’antico complesso medievale su cui sorse il duomo. Edificio simbolo della città di Fossano è il Castello dei Principi Acaja, tipica fortezza medievale residenza signorile dei Duchi di Savoia che nel corso dei secoli fu adibita a prigione, a caserma ed infine a carcere fino al 1943. Recentemente restaurato, ospita la biblioteca, l’Archivio Storico e sale espositive. Altri gioielli del Borgo Vecchio sono la Chiesa di San Giorgio, la più antica della città risalente al XIII secolo e la Chiesa di San Filippo, l’imponente complesso dell’Ospedale Maggiore e la Chiesa della S.S. Trinità trionfi del barocco.
Savigliano
Savigliano è città d’arte e cultura. Il cuore del centro storico è Piazza Santarosa, con i suoi portici medievali, la Torre Civica, simbolo della città e l’Arco Trionfale che conduce verso il “Quartiere dei Nobili” dove sorgono i palazzi seicenteschi che hanno ospitato i duchi di casa Savoia come Palazzo Taffini d’Acceglio, oggi sede del Mùses l’Accademia Europea delle Essenze, polo tecnico-sensoriale all’avanguardia e Palazzo Muratori Cravetta, magnifico esempio di architettura manierista. L’ex monastero francescano è sede del Museo Civico Antonino Olmo che ospita reperti archeologici, raccolte d’arte dal XV all’arte contemporanea e la Gipsoteca Davide Calandra che custodisce calchi, tra cui il Fregio Monumentale per l’Aula del Parlamento Italiano a Montecitorio, bozzetti, modelli in gesso e terracotta dello scultore torinese. Di rilievo sono il Teatro Milanollo, definito il piccolo Carignano per la ricchezza delle decorazioni interne e il Museo Ferroviario Piemontese che ospita un’esposizione di rotabili ferroviari storici e mostre a carattere ferroviario.
Castello e Parco del Roccolo – Busca [bene faro]
Al termine della Valle Maira, a metà strada tra Cuneo e Saluzzo, sorge Busca. Numerosi reperti archeologici attestano le sue origini al periodo romano mentre le prime testimonianze scritte sulla cittadina risalgono al X secolo. La storia del Marchesato di Busca passa dal Marchesato di Saluzzo, al controllo dei Savoia, da baluardo sabaudo-spagnolo, al dominio francese. Tra gli edifici più significativi si annoverano la chiesa della Santissima Annunziata detta “La Bianca”, capolavoro di architettura barocca piemontese opera di Francesco Gallo, l’antica Cappella di San Sebastiano in stile tardo romanico e gotico e la Cappella di Santo Stefano. In zona collinare, alle spalle dell’abitato, immerso in un parco plurisecolare di oltre 500.000 metri quadrati si erge il Castello del Roccolo, una delle più significative espressioni di “revival neo-medievale” in Piemonte. Edificato a partire dal 1831 per volere del Marchese Roberto Tapparelli d’Azeglio come sua residenza estiva, ospitò personaggi illustri quali Silvio Pellico, primi ministri inglesi, il re Umberto I e la regina Margherita. L’edificio scenografico e pittoresco è il risultato armonioso di decorazioni floreali, archi moreschi, merli ghibellini, rosoni, bifore e trifore all’esterno ed affreschi, soffitti a trompe l’oeil e stucchi al suo interno.
Il Filatoio – Caraglio [bene faro]
La medievale “Cadralius” deve il suo nome al diminutivo latino “Quadratulus”, riferito alla centuriazione romana della zona. Dopo la sovranità dei conti di Auriate e Torino e quella dei Marchesi di Saluzzo la storia di Caraglio nei secoli successivi si intreccia con casa Savoia e le vicende del Piemonte sabaudo. Nell’Ottocento fiorisce e diventa un centro importante per l’allevamento del baco da seta e la produzione del rinomato organzino piemontese. A Caraglio infatti è possibile visitare il Filatoio, costruito in soli due anni (1676-78) dal noto imprenditore serico Galleani, è oggi una delle più antiche testimonianze di archeologia industriale in Europa, tra i pochi in Italia a essere stato recuperato con finalità museali. Fu fabbrica di filati di seta fino alla metà degli anni Trenta del Novecento e convertito successivamente in caserma tra il 1939 e il 1943. Nei decenni successivi fu adibito a molteplici destinazioni d’uso, senza però che fossero affiancate opere di manutenzione, cadendo inevitabilmente in degrado. La svolta ci fu negli anni Novanta con la nascita del Comitato, oggi Fondazione, per la tutela del bene, l’acquisizione dello stesso da parte del Comune di Caraglio e in seguito il restauro grazie a contributi europei e regionali. Oggi, oltre a un espositivo che da anni ospita apprezzate mostre temporanee d’arte, è sede del permanente Museo del Setificio Piemontese.
Forte Albertino – Vinadio [bene faro]
Vinadio è un piccolo paese fortificato della Valle Stura che si trova alla confluenza del vallone di Neraissa con quelli di Rio Freddo e Sant’Anna. Eretto a comune nel 1240 fu dominio dei Marchesi di Saluzzo, dei d’Angiò e successivamente dei Savoia. Per la posizione strategica Carlo Alberto scelse Vinadio per costruirvi “Il Forte Albertino” opera colossale, uno degli esempi di architettura militare più significativi dell’intero arco alpino. La fortificazione ha una lunghezza di circa 1.200 metri, mentre il percorso su tre livelli di camminamento si aggira sui 10 chilometri. La struttura, oggi ancora ben conservata, offre la possibilità di un interessante viaggio culturale attraverso le installazioni multimediali interattive di “Montagne in movimento”, un percorso tra i luoghi e gli uomini, tra la natura e la storia che hanno fatto delle Alpi una culla di civiltà e “Messaggeri alati”, la mostra permanente dedicata alla colombaia militare ospitata nel forte fino al 1944, testimonianza storica delle trasmissioni dell’esercito. Noto fin dall’antichità è lo stabilimento termale della frazione Bagni, per le sue acque sulfuree che sgorgano a oltre 60 gradi, mentre richiamo per migliaia di pellegrini ogni anno è il Santuario di Sant’Anna, a 2010 metri di altezza, il più alto d’Europa nella suggestiva conca del vallone d’Orgials.
Dronero e Unione Montana della Valle Maira
Città di origine medievale, terra di conti, marchesi e borghesi, Dronero conserva uno straordinario patrimonio architettonico fatto di monumenti, chiese e case nobiliari di rara bellezza. Importante piazza di commercio per tutta la Valle Maira era famosa per le grosse tele di fil di canapa, dette “tele di Dronero”, oggetto di scambio per acciugai e commercianti di capelli di Elva, e fu uno dei centri più significativi per l’industria serica. Suggestivo è il Ponte Vecchio, merlato a tre arcate, costruito nel 1428 e chiamato anche “il ponte del diavolo”. Da visitare lo Espaci Occitan primo polo in Italia dedicato al mondo occitano e alla valorizzazione delle sue caratteristiche linguistico-culturali, e il Museo Mallè, donazione di Luigi Mallè docente di Storia dell’Arte e Direttore dei Musei Civici di Torino che per volere testamentario affida alla città di Dronero la casa natale e la sua collezione privata affinché venga allestita una “mostra permanente”. L’Unione Montana Valle Maira è composta dai Comuni di Acceglio, Canosio, Cartignano, Celle di Macra, Dronero, Elva, Macra, Marmora, Prazzo, Roccabruna, San Damiano Macra, Stroppo e Villar San Costanzo. Cuore verde delle Alpi Cozie, la Valle Maira è una vallata occitana ricca tradizioni, arte, botteghe artigiane, mentre risalendo la valle si possono incontrare tanti piccoli gioielli di arte medievale come la cappella di San Salvatore a Macra, la cappella di San Sebastiano a Celle Macra, la chiesa di San Peyre a Stroppo. Vero e proprio capolavoro è la Parrocchiale di Elva con l’abside interamente affrescata dal pittore fiammingo Hans Clemer all’inizio del Cinquecento.
Unione Montana della Valle Stura
L’Unione Montana Valle Stura è composta dai Comuni di Aisone, Argentera, Demonte, Gaiola, Moiola, Pietraporzio, Rittana, Roccasparvera, Sambuco, Valloriate, Vignolo, Vinadio.
Storico luogo di passaggio di genti, di pastori e di pellegrini è ancora oggi una delle principali vie di comunicazione dal Piemonte meridionale verso la Francia e le aree costiere. Edifici storici e numerose chiese e cappelle di grande pregio sono diffusi in tutta la vallata. Tra questi spiccano il Santuario di Sant’Anna di Vinadio, il più alto d’Europa, e il Forte Albertino di Vinadio, uno degli esempi più significativi di struttura difensiva del Piemonte. La Valle Stura è famosa, inoltre, per le Terme di Vinadio di epoca romana, situate ai piedi del monte Oliva da cui sgorga l’acqua termale e per l’Ecomuseo della pastorizia di Pietraporzio, che valorizza e promuove l’allevamento tradizionale della pecora Sambucana, razza autoctona recuperata negli ultimi decenni.
Unione Montana della Valle Varaita
L’Unione Montana Valle Varaita è composta dai Comuni di Bellino, Brossasco, Costigliole Saluzzo, Frassino, Isasca, Melle, Piasco, Pontechianale, Rossana, Sampeyre, Valmala, Venasca.
La regione si sviluppa lungo una valle ampia, dalle vedute mozzafiato sul Monviso e le alpi Cozie e con la più vasta estensione di pino cembro in Europa. È terra di tradizioni come la Bahío di Sampeyre, la festa più rappresentativa della cultura occitana in Italia antica di mille anni, che ricorda la definitiva cacciata dei saccheggiatori saraceni dalle valli alpine, mentre le borgate alpine in pietra e tetti di ardesia, come Chianale e Bellino ci fanno riscoprire la storia di terre di frontiera. La valle Varaita è anche la vallata degli artigiani del legno con laboratori disseminati in ogni paese, delle ceramiche di Rore, prodotte secondo modelli antichi, delle arpe di Piasco famose in tutto il mondo e delle specialità gastronomiche ed ortofrutticole come le ravioles, i tumin di Melle, l’uva ed il vino Quagliano, le castagne, le mele, le erbe aromatiche.
Unione Montana della Valle Grana
L’Unione Montana Valle Grana è composta dai Comuni di Bernezzo, Caraglio, Castelmagno, Cervasca, Montemale di Cuneo, Monterosso Grana, Pradleves, Valgrana.
La Valle Grana, incuneata tra le Valli Maira e Stura, è la più breve vallata del settore alpino sudoccidentale ed è l’unica che non raggiunge lo spartiacque con la Francia. Le tracce oggi percorse dagli escursionisti sono piste e sentieri di collegamento tra le borgate e le Valli vicine usate in passato dai pastori, contadini o dai pellegrini in cammino verso il Santuario di San Magno. I tesori del territorio sono il Convento dei Cappuccini e il Filatoio di Caraglio con il Museo del Setificio Piemontese, le Chiese di Mistà, chiese e cappelle con antichi e preziosi cicli pittorici, i musei Etnografici, tradizionali o multimediali che narrano la storia della vallata, ma anche le feste e antiche tradizioni come la Baìo di San Magno e il Roumiage di Coumboscuro che raduna ogni anno i popoli di lingua provenzale.
Castelli Tapparelli D'Azeglio - Lagnasco [bene faro]
Lagnasco, piccolo centro ad economia agricola caratterizzato da oltre 1.500 ettari di terreno coltivati a frutteto, sorge in una fertile pianura stretta tra l’arco alpino e le Langhe, tra il Po ed il Tanaro.
Per oltre 500 anni è stato il feudo della famiglia Tapparelli, un ramo della quale fu quello dei Tapparelli d’Azeglio, di cui furono noti esponenti Massimo d’Azeglio, Roberto ed Emanuele. Della famiglia rimane, a testimonianza del suo potere e della sua sensibilità culturale, un complesso castellato che ingloba tre diversi edifici nati sul finire dell’XI secolo e sviluppatisi fino al XVIII. I Castelli Tapparelli D’Azeglio sono uno dei più importanti monumenti rinascimentali del Piemonte. Dal 1998 al 2008 il complesso è stato oggetto di importanti lavori di restauro e di riqualificazione che hanno riportato alla luce un inaspettato scrigno di meraviglie tra cui oltre 1.000 metri quadrati di superfici affrescate risalenti al periodo rinascimentale e riferibili a maestranze locali che ebbero occasione di lavorare a Roma nei Palazzi Vaticani a contatto con artisti della cerchia di Raffaello.
Una splendida testimonianza di evoluzione artistica ed architettonica plurisecolare oggi aperta al pubblico e sede di mostre temporanee ed eventi.